«Il tango regala benessere e il movimento fa sentire il proprio corpo e dà una sensazione di pace liberando le forze energetiche che possiedi ma sono sopite».
Un delfino che salta nel mare di Ascea all’ora magica del tramonto: è qui, in questo paradiso cilentano, che Velia Tortora, osteopata napoletana ha giurato fedeltà alla medicina olistica che, al contrario di quella allopatica, cura i sintomi non gli effetti del male in omaggio ad uno dei più antichi principi della medicina: il medico deve curare la persona che soffre prima ancora che la patologia che si è manifestata. L’osteopatia, cioè, ha un approccio anche filosofico e Velia Tortora qui gioca la sua carta vincente aggiungendo al discorso scientifico quel pizzico di creatività napoletana che rende più gradevole qualsiasi pietanza: «Da anni sono una tanghera appassionata e sono convinta che questo ballo dia una grande mano all’osteopata sempre che il paziente se ne convinca strada facendo. E mi segua».
Teoria ardita ma estremamente seducente e i fatti sembrano stare dalla parte di Velia che è elemento di punta di un team di danzatori che nelle notti di luna piena si riunisce per ballare il tango anche per strada, il più delle volte alla Riviera di Chiaia, richiamando sempre un grande pubblico. «È vero faccio anche questo ma non mi costa fatica perché amo il tango e sono convinto che per la intensità e la passione dei movimenti questo ballo regali a chi lo pratica quella percezione di libertà che, ormai, si è quasi persa. Realizzando un connubio perfetto tra forma, equilibrio e armonia». Il discorso, come si capisce, è estremamente intrigante, ma va approfondito: «Non scopro niente, dice l’osteopata, che viviamo male e lasciamo che il corpo faccia tutto da solo mentre noi ce ne stiamo inerti, è la scelta peggiore che si possa fare. Ne siamo consapevoli, ma non abbiamo armi culturali e dinamiche per difenderci. Di qui la mia teoria: il tango regala benessere e il movimento, come dire, caccia salute , fa sentire il proprio corpo e dà una sensazione di pace liberando le forze energetiche che possiedi ma sono sopite. In una parola ti sblocchi».
Il fisico armonioso della osteopata metà cilentana e metà napoletanissima – il papà Maurizio è un radiologo con un passato onorevole di pallanuotista e di canottiere sempre all’ombra dei colori giallorossi della Canottieri Napoli – è la proiezione estetica della teoria che ci ha descritta, ma Velia Tortora si affretta a chiarire che il problema è nel rapporto che si instaura con il paziente partendo dal presupposto che il corpo “non mente” a differenza della mente e il bisticcio delle parole, in questo caso, è assolutamente voluto: «L’obiettivo dell’osteopata è la “manovra” – una sola ma capace di tre effetti simultanei – e il riallineamento del disequilibrio posturale che consente al corpo di riacquisire la verticalità perduta. E qui ritorna il tango e la capacità del ballo di sollecitare al massimo le energie “nascoste”».
Per consolidare il suo metodo Velia Tortora non si risparmia: studio a Napoli, università a Potenza, stage e conferenze in giro per il mondo. «E quando ho bisogno di ricaricare le batterie torno ad Ascea, lì la mia casa è in riva al mare, anzi “dentro” il mare. E la sabbia è l’ideale per ballare il tango. Anche da sola».